Al silenzio inconsueto delle strade svuotate dal traffico e dalla gente, si contrappone il sottofondo nelle case dei televisori sempre accesi, le sirene delle ambulanze che risuonano dall’esterno, la fiumana di parole pronunciate a commentare lo stato di emergenza, i canti sui balconi. Il vuoto dell’isolamento, condizione di assenza e privazioni, è così riempito (e talvolta soffocato) dal sovrapporsi di suoni e rumori.
Nel video realizzato dalla performer bergamasca Lucia Taietti nel ventitreesimo giorno della sua quarantena, lo spazio stretto di una scala diventa l’ambiente in cui il corpo danzante dell’artista deve fare i conti con la limitazione della libertà di movimento. Uno sconvolgimento fisico ed emotivo che si esprime tramite i passi di danza, in un continuo cadere e rialzarsi, scivolare in basso per poi ritornare in cima. Allo stesso modo, il montaggio sonoro realizzato dall’artista dà sfogo a una tensione che oscilla tra l’affanno dell’informazione giornalistica e la speranza nelle parole composte di chi invita a credere nel futuro.
FB @lucyinthesky.performer.teacher